16 Apr Milano Design week 2018: il riciclo diventa arte con l’installazione di Yona Friedman per Conai
I materiali da imballaggio che usiamo e ricicliamo ogni giorno diventano un’opera d’arte. Accade in questi giorni durante la Milano Design Week (17-22 aprile), grazie all’installazione site specific (specifica per un luogo) Meuble Plus, pensata dal famoso architetto “utopista” Yona Friedman e posizionata in uno dei i luoghi strategici del Fuorisalone milanese.
Nel cortile del Materials Village allestito da Material ConneXion® Italia presso il Super Design Show al Superstudio Più di Via Tortona è infatti già possibile visitare l’opera progettata dal 94enne designer e urbanista ungherese, che si è personalmente recato a Milano per l’occasione.
L’installazione, che riproduce con lattine, bottiglie e materiali di recupero un ambiente urbano, è stata curata dal critico d’arte Maurizio Bortolotti e realizzata grazie alla collaborazione di Conai (Consorzio nazionale imballaggi), che è partner del Materials Village e della mostra contestuale Smart City: Materials, Technology and People (17 aprile – 12 maggio).
Protagonisti dell’opera sono, dunque, plastica, acciaio, alluminio, carta e cartone, legno e vetro che diventano metafora di un’architettura sociale, attenta al riutilizzo e al ciclo di vita dei materiali. Materiali che sono al centro di tanti progetti di recupero e riciclo dei consorzi Conai e che vengono qui utilizzati proprio per dare forma ad alcuni dei temi architettonici più cari a Friedman, da sempre impegnato a favore della sostenibilità ambientale e dell’economia circolare.
Già nei primi anni Settanta l’architetto ebreo aveva teorizzato e sostenuto il concetto del riuso dei materiali, capaci di rimodellarsi potenzialmente all’infinito, per costruire e ricostruire l’ambiente e gli spazi della collettività. Un atteggiamento volto a minimizzare gli sprechi di materie prime e a sostenere il valore del riuso dei materiali, in sintonia con la sua idea base di un’architettura capace di rispondere alle esigenze primarie delle persone, in armonia con la propria comunità (“architettura di sopravvivenza”).
Una visione che è diventata riferimento e spunto per molte generazioni di architetti e che è stata pubblicamente raccontata in più occasioni, come nel 2016 al Serpentine di Londra con la sua Summer House o con l’arazzo di sassi No Man’s Land realizzata in Abruzzo.
Imperdibile, dunque, quest’occasione di vedere la sua pionieristica idea di architettura sostenibile prendere nuovamente forma, al Materials Village 2018 di Milano.