17 Set Transizione all’economia circolare: nuove norme Ue
Lo scorso 4 luglio sono entrate in vigore una serie di direttive approvate dalla Commissione Europea, contenenti obiettivi per promuovere lo sviluppo di un’economia circolare. (European Commission). Si produrranno meno rifiuti, potenziando il riciclo su scala internazionale, accompagnato da un inasprimento delle norme e un monitoraggio dei progressi. Karmenu Vella, Commissario per l’ambiente, gli affari marini e la pesca, ha affermato che “L’approvazione definitiva delle nuove norme dell’Unione sui rifiuti da parte del Consiglio segna un momento importante per l’economia circolare nel nostro continente. I nuovi obiettivi di riciclaggio e smaltimento in discarica tracciano un percorso credibile e ambizioso per una migliore gestione dei rifiuti in Europa. Nostro compito principale è ora garantire che le promesse sancite in questo pacchetto legislativo siano concretizzate. La Commissione intende fare il possibile perché la nuova legislazione dia risultati sul campo.”
Sono previste nuove norme anche per la raccolta differenziata, che consentiranno il recupero di materie prime secondarie di maggiore qualità, con l’obiettivo di ridurre il più possibile la quantità dei rifiuti immessi in discarica. Sono previsti inoltre delle incentivi sul piano economico per facilitare l’applicazione delle nuove norme.
Il termine “circular economy” definisce un’idea di economia pensata per rigenerarsi da sola, in cui i flussi di materiali vengono riutilizzati nei successivi cicli produttivi. Se il nostro modello produttivo è basato sull’iper produzione, quello dell’economia circolare si fonda sulla riduzione al minimo degli sprechi, servendosi di due tipi di materiali: biologici,destinati ad essere reintegrati nella biosfera e tecnici, che possono essere ri-valorizzabili senza che abbiano impatti sugli ecosistemi.
Nonostante sia già qualche decennio che il concetto di circular economy esiste, è da poco, pochissimo tempo che comincia a costituire una concreta alternativa al sistema produttivo classico, grazie soprattutto all’avvento di alcune tecnologie odierne di riciclo avanzato come la stampa 3D, le biotecnologie, le tecnologie digitali come Big Data, cloud computing e i social network.
In questo paradigma, il “prodotto” dell’economia circolare è destinato a continuare il suo ciclo-vita con la reintroduzione nel processo produttivo, anzichè finire nelle discariche. Queste ultime infatti costituiscono l’emblema del mal funzionamento dei meccanismi di produzione del sistema classico, che non tenendo conto dei limiti dell’ecosistema pretende di accumulare follemente spazzatura a non finire.
La creazione della cosiddetta “scala gerarchica dei rifiuti” è uno degli strumenti previsti dalle nuove direttive: la priorità dev’essere prevenire la creazione di rifiuti, al primo posto della scala, seguita dal riutilizzo, dal recupero di materia (riciclaggio e compostaggio).