14 Ott Alberi o energia: questo è il dilemma
Per combattere l’emergenza climatica e ridurre le emissioni di gas-serra l’unica soluzione sembrerebbe consistere nel piantare alberi, che abbasserebbero il livello di anidride carbonica. Uno studio pubblicato su Science sostiene che sul nostro pianeta sarebbe possibile collocare nove milioni di chilometri quadrati di foreste. 500 miliardi di nuove piante potrebbero immagazzinare ben 205 miliardi di tonnellate di carbonio.
Le terre emerse sono 149 milioni di chilometri quadrati. Tolti i ghiacciai (15 milioni) e le terre aride (28), restano 104 milioni di kmq disponibili. Tolte le città e le aree naturali, restano le cosiddette terre arabili, che arrivano a 51 milioni di chilometri quadrati, delle quali, però, vanno perse oltre 100mila kmq l’anno.
In seguito all’aumento della popolazione mondiale il numero delle terre coltivabili è calato drasticamente e la situazione precipiterà ulteriormente quando gli esseri umani arriveranno a quota 9 miliardi, verso il 2050 circa. Come se non bastasse, contribuiranno anche la desertificazione e l’aumento del livello degli oceani. Il dilemma è così riassumibile: considerando che le terre arabili sono inesorabilmente destinate a ridursi, conviene destinarle al cibo, all’energia o al ruolo di carbon sink?
Sicuramente Certo, riforestare aiuterebbe il pianeta, ma non sarebbe l’unico provvedimento da adottare. Urgono politiche lungimiranti in grado di ristabilire il necessario equilibrio tra benessere ambientale e umano.