23 Lug Ambiente, speso un miliardo. Ma le bonifiche vanno a rilento
Da problema ambientale a opportunità. Sia per un rilancio industriale sia per quella che viene definita conversione per uso civile o sociale. Il nuovo corso dei siti industriali da risanare passa per le bonifiche. Da Porto Torres e Sulcis a Porto Marghera, da Priolo (in Sicilia) a Triestecontinuando con Sesto San Giovanni, Bagnoli e Piombino. Quaranta siti che vanno a costituire il Sin, ossia l’elenco dei siti di interesse nazionale con perimetrazione di terreni da risanare per 42.339 ettari e perimetrazione di bonifica di falda da effettuare per 44.216 ettari.
Non solo: «I progetti approvati con decreto di messa in sicurezza/bonifica, sempre rispetto al 100% della superficie del Sin, riguardano solo quattro siti – continua il sindacalista –. Nel complesso, dalle informazioni fornite dal ministero, emerge che rispetto a migliaia di elaborati progettuali presentati per la bonifica e messa in sicurezza dei 40 Sin, al momento solo circa 250 progetti hanno ricevuto il decreto di approvazione».
Ai dati ufficiali si sommano poi le proposte. «Ascoltando e vedendo le diverse esperienze dei diversi centri d’Italia – prosegue il responsabile Ambiente Filctem nazionale e coordinatore dell’Osservatorio – emerge un fatto: tutti gli scenari devono fare i conti con le lungaggini burocratiche. La gestione degli appalti rappresenta un punto di crisi e i continui ricorsi che avvengono rispetto ai progetti provocano un allungamento dei tempi di esecuzione. Non solo, succede anche che le opere o non comincino o rimangano incomplete».Non solo veleni per le aree da risanare ma anche opportunità. «Le bonifiche sono una nuova chance, sia per quanto riguarda l’immediato con gli interventi di risanamento sia la prospettiva. Ossia la riconversione e il riutilizzo degli spazi risanati. Ci sono i progetti e sono state fatte le caratterizzazioni ma, esclusi alcuni casi, mancano le risorse». Valore degli interventi? «Sino a oggi è stato speso più di un miliardo di euro – conclude Polverino – ma per il futuro il costo degli interventi va calibrato al progetto e a ciò che si deve fare. Naturalmente il valore dei piani varia: se un’area industriale deve ospitare una nuova industria necessiterà di un particolare intervento, se invece deve diventare, giusto per fare un esempio, un asilo o un ospedale deve seguire un altro progetto e con costi notevolmente differenti».
(Da: Il Sole 24 Ore)