25 Lug Ambiente, territorio e welfare: la sostenibilità piace alle imprese e fa bene ai conti
Imprese sempre più sostenibili, almeno nelle intenzioni. E su più fronti: da quello canonico, vale a dire l’ambiente, alla responsabilità sociale, passando per l’attenzione ai dipendenti, che si traduce in interventi ad hoc, benefit e welfare aziendale. A dirlo è la seconda edizione dell’Osservatorio Sostenibilità a cura di Sic – Società Italiana Comunicazione, realizzato in collaborazione con Format Research. La ricerca mette in evidenza come per più di un’impresa su due (il 55,6% è il dato del 2018, contro il 54,3% dello scorso anno) la sostenibilità rappresenta un’occasione per migliorare i processi e renderli più efficienti. Secondo Pierluigi Ascani, presidente di Format Research, «la sostenibilità è sempre più considerata centrale e strategica da parte delle Imprese, non solo in termini valoriali ma anche di business». A oggi solo il 6,1% degli intervistati la considera un costo, mentre per il 35,4% delle imprese la sostenibilità rappresenta «il modo di fare impresa da qui in avanti» (un dato, questo che mette a segno una crescita del 5,8% rispetto allo scorso anno). Le imprese italiane, e non solo le più grandi, dimostrano crescente attenzione ai propri impatti ambientali, al benessere dei propri dipendenti, ai legami con i territori di riferimento» sottolinea Massimo Tafi, vicepresidente del Consorzio Sic e e amministratore unico di Mediatyche, una delle tre società di comunicazione che danno vita al Consorzio stesso: le altre due sono Extra e Homina. «Questo impegno da parte delle imprese, tuttavia – continua Tafi – non è ancora adeguatamente comunicato nei confronti dei referenti esterni, né sancito ufficialmente con un bilancio ad hoc. Una lacuna da colmare, dato che la comunicazione, che trasforma i numeri in fatti e storie da valorizzare, resta l’interprete indispensabile che mostra il processo di “responsabilizzazione” aziendale all’esterno, anche con evidenti vantaggi di immagine e reputazione».
Il 41,5% delle imprese interpellate (un campione di circa 700 soggetti appartenenti a vari settori produttivi e di differenti classi dimensionali) sa che per ritenersi “sostenibile”, deve contemporaneamente rispettare parametri di tipo ambientale, sociale ed economico. Per circa sei imprese su dieci, investire in sostenibilità porta ad aumento della brand reputation (58,3%), di efficientamento dei processi interni (57,3%), contenimento dei costi (49,3%) e, anche, aumento delle vendite (39,2%). «La sostenibilità è riconosciuta come un valore – commenta Omer Pignatti, presidente di Sic e ad di Homina – Noi siamo qui per farla evolvere anche da un punto di vista di comunicazione». «L’impatto ambientale è ormai una priorità di cui le imprese tengono conto nei progetti, prodotti e processi» si legge nello studio: lo dichiara l’88,0% delle imprese. Il risultato è il riciclo e riuso dei singoli componenti quando il prodotto è a fine vita (36,7%), il ricorso a materie prime provenienti da attività di riciclo (34,5%), la riciclabilità dei materiali utilizzati (32,8%), e il risparmio di materie prime non rinnovabili (20,6%).
Ma non c’è, come detto, soltanto il fronte ambientale: il 54,2% delle imprese prevede forme di benefit o bonus per i propri dipendenti oltre a quelli previsti dalle normative. Si parla nel 42,4% dei casi di assicurazioni mediche, nel 19,6% di assicurazioni sulla vita. I dati risultano accentuati soprattutto nel Nord Est, nel settore finance e nelle Imprese di grandi dimensioni, in realtà con oltre i 249 dipendenti. Quasi la metà delle imprese prevede inoltre programmi specifici per i propri dipendenti: in pole position inclusione sociale (29,0%), sostegno alla maternità (28,5%), promozione delle diversità (19,1%). Infine, il legame con il territorio: il 62,0% delle imprese prevede programmi verso la comunità, sia nei confronti di onlus nazionali e non (50,6%), sia come politiche di sostegno alla comunità locale. Ancora una volta le Imprese più virtuose si confermano quelle del Nord Est.
(Fonte: Il Sole 24 ore)