16 Feb I combustibili fossili fanno 9 milioni di morti l’anno
L’inquinamento da combustibili fossili è responsabile di una morte su cinque in tutto il mondo, come stimato dalla rivista Environment Research. I numeri sono il doppio di quelli stimati nel 2017 da uno studio di Lancet che calcolava il numero di morti premature a livello globale causate dal particolato sottile – che include i residui della combustione delle fonti fossili, ma anche altri fattori – in 4,2 milioni di decessi.
Nel 2012 il computo arrivava a 10 milioni. Il decremento sarebbe dovuto principalmente al miglioramento delle condizioni dell’inquinamento atmosferico in Cina. I tassi di mortalità più elevati sono stimati nelle regioni con una uso sostanziale di combustibili fossili, in particolare India, Cina e parti degli Stati Uniti orientali, Europa e Sud-est asiatico.
Dati ottenuti dai ricercatori incrociando i dati sulle polveri sottili (PM2.5) con quelli delle emissioni di carbonio per ogni “cella” in cui hanno diviso il planisfero. Il raddoppio della stima dei decessi dipende dagli strumenti usati: il modello per l’analisi del particolato è a maglia più stretta, quindi più preciso, di quelli impiegati in studi precedenti.
Rispetto ad altre cause di morte prematura, l’inquinamento atmosferico uccide ogni anno 19 volte più persone della malaria, nove volte più dell’Aids e tre volte più dell’alcol.