La nuova frontiera dall’occupazione

La nuova frontiera dall’occupazione

 

Le soluzioni basate sulla natura sono volte a proteggere, conservare, ripristinare, utilizzare e gestire in modo sostenibile gli ecosistemi terrestri, d’acqua dolce, costieri e marini naturali o modificati, che affrontino le sfide sociali, economiche e ambientali in modo efficace e adattativo, garantendo al contempo il benessere umano, servizi ecosistemici, resilienza e benefici della biodiversità.

Solo 14,5 milioni di impieghi legati a soluzioni basate sulla natura è però a tempo pieno e le cifre prospettate non tengono in considerazione le perdite di posti di lavoro dovute alla transizione ecologica.

Si auspica che per fronteggiare gli inevitabili problemi verranno introdotti strumenti come servizi di collocamento, programmi pubblici di occupazione, formazione per il reinserimento degli esclusi dal nuovo mercato del lavoro, indennità di disoccupazione, prepensionamento o pagamento di programmi di servizi ecosistemici (SPI). La richiesta è dunque rivolta ai decisori politici: la transizione ecologica non può lasciare indietro nessuno.

Nei paesi più poveri il lavoro legato all’agricoltura è il 98%, quello legato alle foreste il 99%. In quelli a reddito medio-alto le percentuali scendono al 42%, in quelli più ricchi al 25. Nelle economie industriali il 37% dei posti di lavoro in questo settore è legato ai servizi pubblici, il 14% all’edilizia.