30 Giu UE: 190 miliardi di danni senza tagli alla CO2
Senza ulteriori azioni di riduzione della CO2 e con un aumento della temperatura globale entro i 3,5 gradi centigradi, il vecchio continente potrebbe contare un minimo di 190 miliardi di euro di danni, con una perdita dell’1,8% del Pil attuale. Questi i dati di uno studio del Joint Research Centre, il servizio scientifico interno della Commissione europea. Secondo lo scenario disegnato, le morti legate alle ondate di calore potrebbero arrivare a quota 200.000, i danni dalle inondazioni dei fiumi oltrepassare il tetto dei dieci miliardi di euro, mentre nel Sud Europa sarebbero 8.000 i chilometri quadrati di foreste a rischio incendio. Lo squilibrio a livello geografico è netto: il 70% degli impatti negativi dei cambiamenti climatici ricadrebbe infatti proprio sull’Europa del Sud, che oltre all’Italia include Portogallo, Spagna, Grecia e Bulgaria, e sull’Europa centrale meridionale (Francia, Austria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Slovenia e Romania). Diventa fondamentale quindi prendere una decisione sul pacchetto clima ed energia per il 2030 ad ottobre, non solo per rendere l’Europa un’economia competitiva ma portarla ad essere pronta nella lotta contro i cambiamenti climatici.